La morte nella mano
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Tiao-Er, esperto in judo, torna nella scuola cinese dalla quale era stato espulso e comincia a sopraffare gli alunni ma, battuto e umiliato dal Maestro, promette di tornare con esperti di karatè. Ingaggiati tre giapponesi, invade la scuola e uccide quasi tutti gli alunni e lo stesso insegnante. Fra i sopravvissuti è Ley-Ming, fidanzato con Siao-Ling, figlia del defunto maestro. Deciso alla vendetta, si prepara, soprattutto fortificando le mani, al karaté, che gli era stato descritto come arte dell'uccidere, a differenza del pugilato cinese inteso a formare cittadini disciplinati, onesti e forti. Intanto Tiao e i tre giapponesi hanno messo su una bisca dove barando e terrorizzando rastrellano il denaro degli ingenui, dedicandosi inoltre allo strozzinaggio. Quando Lei-Ming, si scatena elimina i giapponesi e loro accoliti, incendia la bisca, poi in un confronto generale uccide una quarantina di nemici, due samurai armati di spada e finalmente i tre campioni di karaté con lo stesso Tiao.